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012 - A volte ritornano - Parte 5

  • Immagine del redattore: Max Pinkle
    Max Pinkle
  • 10 mar 2018
  • Tempo di lettura: 7 min

Dopo qualche giorno di attesa mi rimetto in marcia addentrandomi nella raccolta A volte ritornano. Siamo già stati a Jerusalem's Lot, abbiamo visto topi giganti, siamo sopravvissuti all'epidemia di A6, abbiamo visto occhi dall'altro mondo, siamo scappati da un macchinario posseduto e abbiamo affrontato il babau. Tornare indietro con questa panoramica mi fa convincere sempre di più che King è in gran debito con i comics degli anni '50, e con quei meravigliosi film naif dalle trame improbabili (uomini coccodrillo, alieni con scaldabagni sulla testa, hamburger mutanti); e che in questa raccolta salti fuori il King meno impegnato, più light, ma senz'altro fantasioso e in grado di osare. Perché non è facile prendere il lettore e fargli digerire storielle di poco conto con la maestria di cui King è capace.


Un esempio lampante di tutto questo è il racconto di cui ti sto per parlare; che non è solo un racconto, ma nasconde un grande monito, come vedrai: bere troppa birra del discount potrebbe far male!


7 – MATERIA GRIGIA

Titolo originale: Gray matter


Si tratta di un altro racconto già pubblicato sulle pagine di Cavalier, precisamente nel numero di ottobre del 1973.

Cominciamo dalla trama (ti ho avvisato anche stavolta, vedi? Pensavi che mi fossi dimenticato...) Henry ha un piccolo emporio a Bangor, Maine, il Nite-Owl: uno di quei negozietti che fungevano da punto di ritrovo per i non-più-giovani, da bar, da bottega alimentare. Nel negozio di Henry, attorno alla stufa, sono radunati alcuni suoi amici; fuori nevica ed è in corso una gran tempesta. All'improvviso irrompe un ragazzo, il figlio di Richie Grenadine, scosso e traumatizzato, che chiede aiuto ai presenti. Il padre, che dopo un infortunio sul lavoro vive con una pensione d'invalidità senza fare niente, ha preso il brutto vizio di bere birra da pochi soldi, e manda regolarmente il figlio a procurargliela. Esce poco di casa.


Il racconto del giovane, però, prende una brutta piega: spiega infatti che il padre, dopo averne bevuta una avariata, ha iniziato a cadere in una spirale di alcolismo sfrenato, ha sempre bisogno di più birra; in più, la fa bollire per berla calda, ed è sempre più deteriorato, fisicamente e mentalmente. Il suo vecchio si ciuccerebbe il percolato di un bidone dell'umido, se ci fosse dentro una goccia di birra, e peggiora costantemente. La casa inizia a puzzare tremendamente, le finestre sono sempre chiuse. Il ragazzo si trova per caso a spiare, una notte, il padre, e lo vede mangiare un gatto morto. Orripilato, fugge in cerca di aiuto. A questo racconto, gli uomini nell'emporio decidono, un po' scettici, di verificare di persona andando a parlare a Mr. Grenadine. Arrivati sul posto è evidente che il ragazzo non mentiva; iniziano a trattare con l'uomo dietro la porta chiusa, e nel frattempo si rendono conto che nel paese sono sparite, oltre a una quantità di randagi, anche alcune persone. Iniziano a sospettare, quando la porta si apre e compare una massa gelatinosa e fungina, una materia grigia che una volta era il signor Grenadine. Tutti fuggono tranne Henry, armato di pistola. Il finale è sospeso, perché il narratore è scappato dall'edificio e attendiamo di vedere chi uscirà: Henry o il deforme blob?

Questo è più o meno tutto, la storia si commenta da sola. Una piccola nota: è ambientata nella stessa location che verrà poi utilizzata da King nel romanzo L'acchiappasogni. Se ti interessa sentirla, questo è il link all'audiolibro del racconto.

I FILM

Penserai: “Figuriamoci se da un racconto così qualcuno può pensare di ricavarne un film!” Sbagliato: qualcuno c'è, cioè una flotta di regsti indipendenti che hanno dedicato a questo racconto un bel numero di dollar babies. Toh, te li enumero qua:

Grey matter, USA – 2007 – 10 minuti, di Daniel Baas. Incredibile come un film con poco più di dieci anni riesca a sembrare già datato, nella fotografia e nel look dei personaggi. Questo corto è carino, niente di più, però recitato con pathos. Un dettaglio non da poco: il figlio di Richie Grenadine è diventato una bionda carina di nome Sissy. Sigla finale: Bad Moon Rising dei Creedence Clearwater Revival, quindi se il film non ti piace puoi sempre usarlo come colonna sonora per guidare una cabrio nel sole. Il film completo è qui.

Grey matter, USA – 2012 – 16 minuti, di James B.Cox. Un film da Hollywood, durata a parte: la recitazione è grandiosa, le immagini anche. Non sono soltanto io a dirlo, visto che si è beccato anche un paio di awards del settore. Il sito ufficiale è ricco di informazioni sul progetto, compreso il trailer.

Gray matter, USA – 2012, di Ben Heald. Trovare tracce di questo lavoro è un caso da Sherlock Holmes, non si capisce nemmeno se sia davvero stato realizzato o no. Il sito di crowd-funding è defunto, mentre il trailer è postato da un certo Patrick che lo promuove come un cortometraggio tratto da un racconto presente nella raccolta Incubi & Deliri (?!?). Peccato, perché non è male. Ammesso che sia il trailer del film giusto!

Gray matter, USA – 2013, di Red Clark. Anche per questo film abbiamo immagini di alta qualità, una musica strepitosa ed effetti speciali degni di un film vero. Il trailer è veramente inquietante e malato, rende davvero l'idea. La locandina old-school è una chicca. L'account Twitter e il sito di crowd-funding danno qualche info in più. Tra l'altro, è stata scelta la grafia GrAy matter, come nel racconto, invece che GrEy matter scelta per la maggior parte degli altri film. Una cosa che non capisco: perché il buon Richie Grenadine si trasforma in un ragno gigante?

Grey matter, USA – 2016 – 21 minuti, di Bobby McGruther. Un filmetto niente male, molto fedele alla trama; carina la scena della fuga finale, anche se Richie è un tizio con la barba ricoperto di glassa per dolci. Gli attori non sono esattamente da Oscar, ma si lascia guardare. E puoi farlo qui.

Grey matter, Canada – 2016 – 13 minuti, di Sean Dimitrie e Phoenix Rivera. Questo corto in bianco e nero mostra un po' i suoi limiti, ma ce la mette tutta per essere efficace. Non si capisce bene la presenza di un ennesimo ragno gigante, ma diamo atto che l'ambientazione è creepy al punto giusto. Almeno questo si evince dal trailer.

Sedá hmota, Repubblica Ceca – 2016, di Erik Richard H. Un corto in lingua ceca, di un giovane regista di cui puoi leggere un'interessante intervista.

Per sette dollar babies arrivati al traguardo della pubblicazione, ce ne sono altri che si sono impantanati, o sono abortiti del tutto. Come sempre, diamo una giusta sepoltura anche a loro. Abbiamo:


Gray matter, USA, di Mark McFarlane

Gray matter, di Todd Banks

Gray matter, di Ryan Livers, o Lyvers, a seconda del sito in cui è riportato

Grey matter, di Cole Nelson, di cui in realtà esiste un trailer. La storia in questo caso sembra cambiata, soprattutto ambientata in un contesto più giovane e con (udite udite) presenze femminili! Tuttavia, probabilmente il progetto si è piantato da qualche parte.


8 – CAMPO DI BATTAGLIA

Titolo originale: Battleground


Se indovini su quale rivista fu pubblicato per la prima volta questo racconto non ti pago proprio un bel niente, perché ormai l'avranno capito anche i sassi: sempre Cavalier, nel lontano settembre del 1972.


Si cambia completamente location: siamo nella lussuosa penthouse di Renshaw, un killer professionista. Questi rincasa dopo aver incassato il “premio” per l'uccisione di Hans Morris, un fabbricante di giocattoli. Il portiere gli consegna un pacco, speditogli dalla madre della vittima. Contiene un bauletto metallico, quello che gli americani chiamano foot-locker, fabbricato dalla Morris Giocattoli e contenente una serie di soldatini e mezzi militari in plastica. I soldatini iniziano sorprendentemente ad uscire da soli dalla scatola, si muovono e attaccano Renshaw, che rimane come uno stoccafisso (giustamente).


Non racconterò né i dettagli né il finale, ma la storia da qui in avanti diventa la cronaca tragicomica (con più dosi di tragedia che di commedia) della battaglia ingaggiata fra il grande Renshaw e i minuscoli soldatini, che sono piccoli ma armati e dotati di mini-elicotteri, bazooka e fucilini.

Questa storiella è un divertissement, ma è incredibilmente dinamica. E' delineata benissimo la sensazione di frustrazione e impotenza di fronte a un esercito di formiche che riesce a sopraffarti quando dovrebbe soccombere, viste le proporzioni. L'aggettivo adatto è “carina”. Ma è così carina che ha ispirato alcuni registi.


I FILM

Il primo adattamento di questa storia uscì nel 1986 in Unione Sovietica! Pur essendo un cortometraggio, non è tecnicamente un dollar baby, visto che non credo ci fossero molti contratti commerciali fra i paesi dell'est e gli USA, in quell'epoca. Comunque si tratta di:

Srazhenie, URSS – 1986 – 10 minuti, di Mikhail Titov. E' un film di animazione prodotto dalla Soviet Ukrainian Animation. Guardarlo è un tuffo nella nostalgia: i suoi disegni spigolosi, sfumati, il doppiaggio in russo, la colonna sonora fatta col suono di sintetizzatori anni '70, riportano lontani nel tempo e nello spazio. Consiglio fortemente di guardarlo con la curiosità di uno storico al cospetto di un vero e proprio prodotto da piena Guerra Fredda. I soldatini poi sono delle specie di robottini quadrati, molto divertenti. E il protagonista è una sorta di Putin ante-litteram. Eccoti il film, nel suo splendore.

Per un altro adattamento cinematografico di questa storia bisogna aspettare ben 20 anni!


CAMPO DI BATTAGLIA

MINISERIE TV – Stagione 1, Episodio 1

Titolo originale: Battleground

Data di uscita (USA): 12 giugno 2006

Regia: Brian Henson

Sceneggiatura: Richard Christian Matheson

Company: Ostar Productions, Coote Hayes Productions, TNT

Durata: 52 min

Formato: 1,33:1

Girato a Melbourne, in Australia, questo film è il primo episodio della prima stagione di una serie televisiva intitolata Nightmares & Dreamscapes (Incubi e Deliri, da noi), titolo di un'omonima raccolta di racconti di King. A dispetto del titolo, il primo episodio di questa serie rappresenta il racconto Battleground uscito su A volte ritornano.

L'episodio completo si trova su Youtube, anche se è in lingua inglese; questo comunque non ti sarà di ostacolo, visto che nel film non ci sono dialoghi!

Solo grugniti e grida, nient'altro.

Renshaw è interpretato da un grandissimo William Hurt, che già fu il padre di McCandless nel film Into the wild, e Arkady in Gorky Park (più decine di parti in altri film).

La sceneggiatura è opera del figlio di Richard Matheson, scrittore prolifico, autore di numerosi romanzi di successo (Io sono leggenda, dice niente?) e infatti si vede l'omaggio tributato verso il padre, che fu autore tra l'altro, dello script del film Trilogia del terrore (1975); in particolare c'è un forte riferimento al terzo episodio della trilogia, Amelia, in cui la protagonista riceve in dono la statuetta di un feticcio Zuni, che ne combina di tutti i colori nel suo appartamento. Tant'è che in questo Battleground è presente la stessa statuetta!



Adesso mi fermo, e la prossima volta ci ritroveremo a parlare ancora di oggetti inanimati che prendono vita, nel racconto Camion, uno dei più gustosi del lotto!

Max Pinkle

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