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019 - A Volte Ritornano - Parte 12

  • Immagine del redattore: Max Pinkle
    Max Pinkle
  • 8 gen 2019
  • Tempo di lettura: 6 min

Sono fiero di me stesso; a fine ottobre avevo promesso di non promettere puntualità, e oggi ho mantenuto la promessa: non sono stato puntuale! Che soddisfazione quando con una mossa sola ti semplifichi la vita.

Però io sento l'odore del sospetto nell'aria, so cosa stai già pensando: “questo qui è partito in quarta col suo stupido blog, poi ha rallentato, poi ha scritto una sola volta in sei mesi e adesso scriverà altre tre volte in dieci anni e poi abbandonerà tutto, lasciando in giro per la rete la sua immondizia incompleta, come altri milioni di siti”. Non posso mica ammettere una sconfitta del genere, siamo matti? Quindi eccomi alla riscossa! A costo di scrivere “il mattino ha l'oro in bocca” per centomila righe, non ti mollo questa soddisfazione.

Quindi avanti con l'agricoltura, signori, si torna in campagna!

17– L'ULTIMO PIOLO

Titolo originale: The last rung on the ladder

Nebraska. Una strada diritta, costeggiata da ettari di campi di grano, a perdita d'occhio. Un'automobile che sfreccia lungo questa strada... ah, no, questo era l'incipit per I figli del grano, di cui ho scritto negli ultimi due post. Però potrebbe starci, perché King in questo diciassettesimo racconto della raccolta ha deciso di rimanere in Nebraska, in una località chiamata Hemingford Home. Un posticino che gli dev'essere rimasto nel cuore, visto che lo ha fatto abitare da altri suoi personaggi, in altre occasioni: da Mother Abagail Freemantle ne L'ombra dello scorpione (1978), e dalla sfortunata famiglia James nella novella 1922 (2010). Il racconto in questione era uno dei pochi inediti previsti per la raccolta, assieme a Jerusalem's Lot, Quitters, Inc. e The woman in the room, e qui ritroviamo un King decisamente ispirato, intimista, in una delle sue storie “del grano” (definizione mia, assolutamente banale per indicare quelle sue ambientazioni più bucoliche e campagnole, di cui troviamo moltissimi scorci nei suoi scritti) fra le più toccanti e delicate.


Non siamo in territorio horror. Ma lo chef Steve non ci fa mancare né lo spavento né il dolore, quindi non rilassarti troppo!


Larry, avvocato civilista in carriera, riceve una lettera dalla sorella Katrina (Kitty) che non frequenta da anni. Parte un flash-back: il ricordo della loro vita da ragazzini nella fattoria in cui vivevano, assieme ai genitori. In un novembre imprecisato in cui, come dice Larry “era ancora presidente Ike” (per chi non lo sapesse, si tratta del generale Dwight Eisenhower, presidente degli Stati Uniti dal 1953 al '61), Larry ricorda una calda giornata in cui, con la sorella Kitty, si stavano divertendo con un gioco pericoloso e speciale, che si azzardavano a fare ogni tanto: nel fienile della fattoria c'era una scala malferma, composta da 43 pioli di legno, che portava a una trave molto in alto, una ventina di metri. I ragazzini, a turno, si arrampicavano su questa scala, percorrevano in equilibrio un pezzo di trave, per poi lasciarsi cadere nel vuoto e atterrare in un mucchio enorme di grano.

[Ora, perdonami una piccola digressione “tecnica”: credo che King coi numeri non sia esattamente un killer; ne ho avuto il sospetto alcune volte, ma in questo caso stiamo parlando VENTI METRI, cioé dell'altezza di un condominio di sei piani, non so se mi spiego! E' vero che negli States tutto è Very Big, ma venti metri mi sembra un tantino esagerato. Cerca in internet la foto di una gru da venti metri, tanto per capirci...


Fine della digressione. E approfitto per avvisarti che da qui in poi è tutto uno spoiler!]

Dopo alcuni tuffi nel grano, la scala inizia a scricchiolare pericolosamente, e nel momento in cui Kitty è quasi in cima, i pioli sotto di lei cedono, la scala si sgretola schiantandosi al suolo e lasciando Katrina appesa all'ultimo piolo, a venti metri di altezza, sotto la trave (evidentemente la scala era inchiodata in alto, se ti stai chiedendo come mai l'ultimo piolo rimane su invece che cadere col resto dei pioli). Larry, atterrito, inizia ad ammucchiare fieno sotto di lei, in una gara contro il tempo e contro la fatica che fa la bambina a tenersi aggrappata; finalmente le dice di lasciarsi cadere, e lei, fiduciosa, gli obbedisce ciecamente: si romperà solo una caviglia, e per i due ragazzini questa spaventosa esperienza sarà una lezione di fiducia reciproca. Larry racconta poi rapidamente come i due, crescendo e facendosi adulti, prenderanno altre strade, perdendosi di vista.


Fino a quell'ultima lettera, dolorosa e spietata, perché arrivata troppo tardi, in cui Katrina annuncia al fratello la volontà di suicidarsi. Buttandosi nel vuoto.

[E tu non ridere per le mie frasi d'effetto, lo scrittore è King, mica io! Io la riassumo così, come riesco...]


I FILM

Questo racconto è molto riuscito, nella sua estrema semplicità. Probabilmente non c'è abbastanza trama per ricavarne un film, ma invece per i Dollar Babies, essendo cortometraggi amatoriali, è stato fonte di abbondante ispirazione. Anche se in questo caso sono più numerosi i progetti abbandonati di quelli realizzati. Partiamo, ovviamente, da questi ultimi.


The last rung on the ladder, USA – 1987 – 12 minuti, di James Cole e Dan Thron.

In assoluto uno dei cortometraggi più datati, visto che è roba di 32 anni fa. E come mi capita con tutto ciò che sa di passato, non posso far altro che rimanerne affascinato. Le immagini, come ti aspetteresti, sono sgranate e il rumore di fondo sembra quasi quello della pellicola che si srotola in un vecchio cinema. La colonna sonora, secondo me riuscitissima, è una serie di composizioni per pianoforte a cura di Anne Livermore, amica del regista James Cole, all'epoca ventenne. I due ragazzini, interpretati dal tredicenne Adam Houhoulis e dall'undicenne Melissa Whelden, sono formidabili e spontanei! Il tutto è stato girato a Cape Cod, nell'estate del 1986 (l'aiuto regista Dan aveva 15 anni!), con due Super-8 e due lampade portatili, in una decina di giorni. Nessuno alla notte degli Oscar nel 1987 avrà tremato, ma a me questi dodici minuti di semplicità grezza e approssimata piacciono da morire.

The last rung on the ladder, USA – 2012 – 16 minuti, di Lucas Stewart. Passiamo al 2012 e si vede: ho visto soltanto il trailer, ma si capisce già che parliamo di cinema “vero”, e sembra impossibile si tratti di un corto di 16 minuti, vista la qualità. Si parla di una pellicola premiata con due award del settore: People's Choice – Best Short e Best Maine Film. E' un progetto supportato dalla New England School Of Communications (NESCom), presso la Husson University, a Bangor, Maine. Dopotutto siamo fra le terre natali di King, quindi è abbastanza naturale che quest'istituzione decidesse di onorare l'autore con un cortometraggio di altissima qualità. Dal trailer capiamo che viene anche sviluppata la vicenda personale di Kitty adulta, con i suoi divorzi e la sua vita rovinata, aspetto che nel racconto è soltanto suggerito e nell'altro cortometraggio, nemmeno sfiorato. Sarei curioso di vedere il corto intero, comunque ti lascio il link alla pagina facebook del progetto.

The last rung on the ladder – 2012 – 8 minuti, di Susan Buck, Katelyn McAllister, Breanne Doyle, Sadie MacNutt.

The last rung on the ladder – 2012 – 9 minuti, di Jenna Reid, Hilary Pearson, Courtney Seymour, Dallas Steen.

Accoppio questi due perché credo si tratti dello stesso progetto scolastico: sono apparsi su YouTube entrambi il 21 aprile 2012 e le attrici sono giovani ed evidentemente non professioniste in entrambi i casi. E in entrambi i casi, il buon fratello Larry del racconto è stato sostituito da una sorella: Carrie nel primo dei due “film”, Laura nel secondo. Non c'è molto da dire, in realtà (a parte che nel secondo ci sono dei simpatici bloopers alla fine), ma mi fa piacere dare una nota di importanza anche a dei ragazzi che si cimentano con un compito scolastico, o per puro divertimento.


[Non che questo mio blog abbia una minima importanza o autorevolezza nel mondo, col suo minuscolo pugno di visualizzazioni, quindi diciamo che è un supporto fra nani: ognuno dà il contributo che vuole alla società kingòfila, e la somma dei vari contributi fa la conoscenza generale, quindi è sempre meglio supportarsi a vicenda. Almeno, io la vedo così. Amen.]

Per citare anche i più piccoli contributi, ripeschiamo anche coloro che non ce l'hanno fatta:

The last rung on the ladder, USA – progetto di Eric Ragan, nato con ottimi presupposti, una bella pagina facebook con tanto di locandina, una campagna di crowdfunding arrivata a 500 dollari, e poi, da 2013, il silenzio. Peccato.

The last rung on the ladder, USA – sceneggiatura di Matt Minz, che però nel febbraio 2014 parcheggia il progetto per sempre.

The last rung on the ladder, Nuova Zelanda – progetto di Rhys Higgs, che fece partire una campagna di crowdfunding su Kickstarter, chiusa nel giugno 2016, credo per la mancata risposta (sono stati raccolti 126 dollari su un obiettivo di 59 mila). Peccato, perché le intenzioni erano molto serie, e il teaser iniziale non faceva affatto schifo.


E anch'io ora ti lascio, con un post non molto lungo, lo ammetto, ma con un pugno di buone intenzioni. Quindi preparati, per le prossime volte, a conoscere un uomo che amava i fiori, una locanda nella tormenta e quella povera donna in quella triste stanza.

Max Pinkle

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