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004 - Le notti di Salem - I FILM

  • Immagine del redattore: Max Pinkle
    Max Pinkle
  • 16 gen 2018
  • Tempo di lettura: 8 min

Aggiornamento: 17 gen 2018

Come promesso, inizio avvisandoti e quindi mezzo-salvandoti, come dice il proverbio: qui dentro racconto LE TRAME DEI FILM, quindi se non li hai ancora visti e non vuoi farti rovinare il finale, STAI ALLA LARGA DA QUESTO ARTICOLO! Ok? Siamo ancora amici?

Bene, allora procediamo belli ordinati: dopo averti raccontato di Salem's Lot in formato cartaceo, eccoci a vedere i film tratti da quest'opera.

Il primo a mettere le mani fra i vampiri di Jerusalem's Lot è stato nientepopodimeno che Mr. Tobe Hooper! Signori e signore, let the show begin!

LE NOTTI DI SALEM

MINISERIE TV – 2 puntate


Titolo originale: Salem's Lot

Data di uscita (USA): 17, 24 novembre 1979 - CBS

Regia: Tobe Hooper

Sceneggiatura: Paul Monash

Company: Warner Brothers Television

Durata: 184 min

Formato: 1.33:1

Budget: $ 4.000.000

La gestazione di questo film non è stata delle meno travagliate: la Warner infatti acquisì i diritti per l'opera già nel 1977, con l'idea di farne un film per il cinema. Inizialmente ci lavorarono diversi sceneggiatori (fra cui Larry Cohen, regista del film di cui ti parlerò fra qualche paragrafo), ma nessuno riuscì a riassumere efficacemente la storia per il minutaggio tipico di un film (almeno per allora, visto che adesso escono pipponi tolkieniani o guerre stellari da tre ore e passa senza che nessuno protesti; non che io abbia qualcosa in contrario, sia chiaro).


La situazione rimase bloccata per un paio d'anni, quando poi la Warner Television si prese in carico la commessa, vi investì 4 milioni di dollaroni, e iniziò a farne un TV-movie. Dopo aver pensato inizalmente a Romero (che bomba sarebbe stato!), alla fine la scelta per la regia cadde sul giovane Tobe Hooper, autore del malatissimo Non aprite quella porta (1974) e di Quel motel vicino alla palude (1977). Una bomba in ogni caso, un regista allora emergente e di belle speranze, come si suol dire. Naturalmente per la televisione fu un po' costretto ad abbandonare il suo tipico stile ferocemente gore per dare invece una veste più psicologica e meno visivamente disturbante della vicenda.

Un bell'aiuto arrivò anche dallo sceneggiatore, Paul Monash (che scriverà negli anni '80 anche un episodio di Visitors), il cui successo precedente per la TV fu la serie degli anni '60 Peyton Place, da noi forse poco nota, ma un culto negli States. Tra l'altro da qualche parte che ora non ricordo (che blogger fallito, dovrei fare citazioni precise, ma giuro che lo recupero, probabilmente è in Danse Macabre) King stesso cita il romanzo come una sorta di “Peyton Place meets Dracula”, pensa l'ironia della sorte.


A proposito di King, lui stesso rimase entusiasta della sceneggiatura di Monash e della riuscita generale della miniserie, lamentando soltanto due “sgarri”: il trucco del vampiro Barlow troppo simile alla creatura in Nosferatu di Murnau (1922) e il fatto che l'emittente televisiva CBS trasmise il film in due puntate a distanza di una settimana l'una dall'altra (e infarcite di pubblicità), facendo calare quella tensione che King stesso aveva provato durante una proiezione privata a lui riservata prima dell'uscita. (Intervista a Paul R.Gagne pubblicata su Famous Monsters nel 1980 e su Cinefantastique nell'82).

Dopo la premessa sulla presenza di spoiler, alla fine ho deciso che non vale la pena raccontarti la trama, che ho già riassunto nel post sul libro. Devo però dirti che ci sono alcune differenze fre quello e il film. Alcune sono evidentemente dovute alle varie restrizioni richieste per la trasmissione televisiva: ad esempio la scena in cui una ragazza, per non accettare la morte del figlioletto neonato, cerca di imboccare il piccolo cadavere con la cioccolata della colazione; o una scena in cui i ragazzini della scuola media banchettano col povero (si fa per dire, era un vero stronzo!) autista dello scuolabus. Altre modifiche avvengono nella sequenza degli avvenimenti, e nella caratterizzazione dei personaggi (ad esempio Ben Mears incontra Straker fin quasi dall'inizio del film, e inoltre Barlow nel romanzo è un signore capace di un eloquio forbito, mentre nel film è mostruosamente muto). All'inizio alcuni fan rimasero un po' delusi dalle differenze fra libro e miniserie.

Il cast è numeroso, d'altronde la storia è piena di personaggi, ma credo che i due Grandi, senza ombra di dubbio, siano David Soul (il detective Hutchinson nella serie Starsky & Hutch del 1975) nella parte di Ben Mears; e James Mason (Intrigo internazionale, Lolita e molti altri) nei panni di Straker, elegante, misterioso, baffuto (!!) e pericoloso. Un encomio va al povero Reggie Nalder, il vampiro Kurt Barlow, costretto a sorbirsi ore di trucco e a sopportare delle dolorosissime lenti a contatto riflettenti. C'è da dire che forse era abituato, vista la lunga filmografia “di genere” in cui è apparso dal '38 al '91, con titoli come i misconosciuti La tortura delle vergini, Dracula contro Zombi, Dracula... ti succhio e altre amenità.

Parlando di Carrie ho scritto molto dei ruoli femminili (ma va?), qui purtroppo, a mio modesto giudizio, non appaiono grandi performance di cui far menzione.

Nella location in cui fu girato il film (Ferndale, in California) si realizzò un ampliamento posticcio della facciata della casa Marsten, sulla collina, che costò da solo 100.000 $ (e gli interni, costruiti non so dove, costarono alla produzione altri 70.000 $). A me pare un chiaro omaggio alla casa di Norman Bates in Psycho, ma siccome l'ho già nominato in questo blog, prima di sentirmi dare del ripetitivo finisco qua i parallelismi.

(Anzi no: dai on'occhiata alla copertina di Opus Eponymous, primo album dei Ghost e poi a quella del film e fammi sapere cosa ne pensi)


In Italia è uscito in DVD sia col titolo Le notti di Salem, che Salem's Lot, mentre la voce di wikipedia e mymovies riportano anche Gli ultimi giorni di Salem, di cui però non ho trovato riscontri da nessun'altra parte.


Per l'Europa fu fatto un taglio a 112 minuti per renderlo più veloce e violento e poterlo presentare al cinema.

Questa miniserie nel complesso mi sembra molto riuscita; sì, sa un po' di vecchio, è naturalmente figlia del suo tempo e del fatto che fu pensata per la televisione, ma tutto diventa cinema se confrontato con lo strano sgorbio filmico di cui ti sto per parlare, cioè dell'improbabile sequel I vampiri di Salem's Lot.

I VAMPIRI DI SALEM'S LOT

FILM


Titolo originale: A return to Salem's Lot

Data di uscita (USA): Maggio 1987

Regia: Larry Cohen

Sceneggiatura: Larry Cohen

Company: Larco Production

Durata: 101 min

Formato: 1.85:1

Budget: $12.000.000 Da dove comincio? Beh, da quel che penso io, quindi qualcosa di totalmente inventato su due piedi: probabilmente Larry Cohen, chiamato a scrivere la sceneggiatura del film che avrebbe dovuto fare la sua uscita nel '77, si è detto “perché buttare nel cesso tutto quel bel lavoro fatto su Salem's Lot? Prenderò la stessa ambientazione e ci piazzerò sopra il MIO film, così non sarà lavoro sprecato!” e così fece, per regalarci, nel fulgido maggio del 1987, questo capolavoro.

Ok, la smetto con la mia stupida ironia, avrai già capito che non lo considero davvero un capolavoro, ma voglio lasciare a te il verdetto sulla storia, quindi te la racconto, senza giudizi di parte: l'antropologo Joe Weber, reduce da una spedizione in Sud America, prende il figlioletto adorato Jeremy e lo porta a Salem's Lot, la città della sua infanzia. Lì si piazzano in una bella casetta di legno isolata e ben presto scoprono che la cittadina è abitata da vampiri pluricentenari, con i loro zozzi e sanguinari usi e costumi, e da alcuni mortali che li proteggono e li aiutano a procurarsi “cibo”. Il leader dei vampiri è il giudice Axel, che, avendo saputo dell'arrivo di Weber e soprattutto della sua professione di antropologo, per acquisire ancora più potere, vuole obbligarlo a scrivere una sorta di Bibbia vampiresca. Ma Weber non è uno che ci sta così facilmente, e poi è appena entrato in scena un nuovo personaggio che di professione, guarda caso, fa... ehm... il cacciatore di vampiri. Il vecchio Van Meer sa come si fa e i tre (padre, figlio e anziano veterano killer di succhiasangue) si lanciano nello scontro. Non ti dico come va a finire. Anche perché non è poi così importante.


Quello che ti dico è che non c'è un vampiro in tutto il film che somigli lontanamente a quello raffigurato nella locandina. Probabilmente perché era già schiattato nel film di Tobe Hooper!

Il film fu girato dalle parti di Harlem, New York City.

Un dettaglio succulento: la bella Sherry, che ci lascia le penne (probabilmente perchè portava la minigonna e Questo Non Si Fa) è interpretata da Jill Gatsby, la figlia del regista; sembra che lui abbia il vizio di farla recitare nei suoi film per poi far sempre fuori i suoi personaggi. Diavolo di un paparino!

Per tornare a Jerusalem's Lot, dopo questo masterpiece, dovremo aspettare il 2004...

SALEM'S LOT

MINISERIE TV – 2 puntate


Titolo originale: Salem's Lot

Data di uscita (USA): 20, 21 giugno 2004 - TNT

Data di uscita (Italia): 13, 14 settembre 2008 – Italia 1

Regia: Mikael Salomon

Sceneggiatura: Peter Filardi

Company: TNT Television, Warner Bros. Television

Durata: 181 min

Formato: 1.78:1

Budget: $25.000.000 La storia di Salem's Lot è evidentemente troppo lunga per il cinema, visto che di nuovo è stato usato il formato televisivo per questo remake, lungo 3 ore. Questa durata comunque permette al regista Mikael Salomon di dare risalto a nuove scene che nella miniserie del '79 furono escluse, come la già nominata scena del bambino morto imboccato dalla madre, ed altre.

L'inizio spiazza chi ha letto il romanzo: in un centro di accoglienza per senzatetto di una grande metropoli, un giovane ragazzo aggredisce un anziano prete malato, lo picchia o poi lo defenestra, facendolo precipitare sulla strada sottostante. L'ambientazione contemporanea aggiunge smarrimento a noi osservatori, e devo ammettere che questa sorpresa tutto sommato mi è piaciuta.


Come mi è piaciuto vedere finalmente una copertina dove non ci fosse di nuovo il povero Reggie Nalder truccato da Nosferatu.


Si scopre ben presto che il giovane aggressore altri non è che il romanziere Ben Mears, mentre la sua vittima è padre Callahan, ed inizia qui il lungo flashback che ci riporta a Salem's Lot e a tutte le vicende della trama “tradizionale”.

Un'altra differenza nella storia è l'importanza data a casa Marsten nell'infanzia di Mears, ben sottolineata nel romanzo e mai completamente restituita nel film del '79. Qui è comunque riportata con una variazione notevole: infatti scopriamo che in passato Ben Mears fu testimone di una carneficina nella casa stessa, dove rimase traumatizzato alla vista di una mattanza la cui dinamica ci verrà spiegata soltanto più avanti nella storia. Già da questi accenni puoi capire che la regia è molto più moderna, con continui salti temporali, simile allo stile delle attuali serie TV (anche se questa risale già a quasi 15 anni fa).

Del cast fanno parte attori convincenti. Una chicca per me è la recitazione di Donald Sutherland nel ruolo di Straker, energico e abbastanza "malato", anche se in effetti sembra una specie di Babbo Natale cattivo e questo a momenti fa un po' ridere (non credo sia voluto, però). Mentre Barlow è interpretato da Rutger Hauer, e quando lo vedo non posso non pensare alla sua biondissima chioma olandese in Blade Runner o in Ladyhawke.

In definitiva, buona fotografia, scene “moderne”, ma nel complesso manca un po' l'obiettivo; forse è un po' troppo lungo, non so, ma non mi ha convinto del tutto.


(Per la cronaca, ha convinto poco anche una cara fanciulla, che si è addormentata sul divano di casa mia ripetutamente tutte le (rare) volte in cui ho provato a proporle questo (e altri bruttissimi) film. Forse avrà pensato che avevo intenzioni soporifere per portarla direttamente in camera da letto? Non so, in ogni caso è da un po' che non torna più, dovrò telefonarle...)

Fallimenti della mia vita privata a parte, direi che per adesso ho finito, vado a prendere un lungo respiro, perché il prossimo lavoro di cui ti parlerò è il terzo di King e mi fa paura solo a pensare di sciverne, visto che al riguardo hanno già prodotto interi scaffali di libri: si tratta di Shining! Aiuto!

Max Pinkle


PS: cos'hai da ridere? Sì, ho comprato anche A return to Salem's Lot, e allora?

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