003 - Le notti di Salem
- Max Pinkle
- 10 gen 2018
- Tempo di lettura: 5 min

ROMANZO Titolo originale: Salem's Lot
Prima pubblicazione: 17 ottobre 1975
Casa editrice: Doubleday
Nr. pagine: 439
Ho deciso di scriverlo bene all'inizio di ogni post: questo blog contiene uno sproposito di spoiler! Se vuoi goderti la sorpresa di leggere il libro è altamente sconsigliato leggere questo articolo.
Ok, dopo averti salvato la vita, ti parlo quindi della seconda fatica di Stephen King, uno dei suoi romanzi preferiti dai fan, più complesso di Carrie, più oscuro e "gotico", se vogliamo; una storia di vampiri sulla falsariga dei Classici ma rivisitata in chiave assolutamente nuova.
GENESI E PUBBLICAZIONE
Siamo nell'autunno del '75 e nelle librerie americane esce Le notti di Salem (Salem's Lot), secondo lavoro di King dato alle stampe. Nel libro vengono riportate le due date di inizio e fine scrittura di questo lavoro: ottobre 1972 – giugno 1975. Il che ci dice che il buon Steve non si è seduto sugli allori dopo aver terminato Carrie, ma si mise subito su un nuovo progetto. Il suo ritmo di lavoro è ormai noto, tanti pensano non sia possibile sfornare storie alla sua velocità, altri ridicolizzano il suo stile prosaico (facile scrivere tanto se scrivi male, traduco), ma il ritmo serrato diventerò di sicuro un marchio di fabbrica distintivo del suo modus operandi.
L'edizione rilegata non arrivò alle 20.000 copie vendute, ma con la paperback si superarono i 3 milioni!
A un anno e pochi mesi dopo l'uscita del suo primo romanzo, Doubleday fa uscire questo libro, intitolato Salem's Lot, che sarebbe la forma abbreviata di Jerusalem's Lot, una cittadina rurale immaginaria del Maine. Il romanzo presenta numerosi personaggi, ma si può dire che sia in realtà la storia della cittadina stessa, visto che la somma delle loro esperienze ci trasporta proprio negli scorci, nelle case, nelle piccole vicende quotidiane del paesino; ci sentiamo abitanti del Lot anche noi mentre leggiamo le (sfortunate) vicende che succedono ai personaggi. Della città impariamo presto a conoscere le strade, gli edifici, i quartieri, le botteghe e gli angoli oscuri. E' un romanzo in cui la “mappa immaginaria” è molto forte e resta impressa (lo stesso King, in un'intervista, riconosce che il libro “dice molto sulle piccole città”), e capisco perché il titolo del libro corrisponda al luogo in cui è ambientata la vicenda.

Ovviamente in Italiano il titolo è stato cambiato, diventando Le notti di Salem, che non è totalmente fuorviante, parlando di esseri notturni (adesso ti racconto tutto, non preoccuparti), ma almeno poteva mantenere il nome della cittadina tale e quale: Le notti di Salem's Lot non sarebbe stato così terribile.
Non era questa la prima volta che King provava a sbirciare fra i muri di Jerusalem's Lot: già al college scrisse un racconto omonimo, molto lovecraftiano, inedito fino al 1978, anno in cui fu incluso nella raccolta A volte ritornano (Night shift). Inoltre nel '69 in uno scritto apparso nel foglio universitario “The garbage Truck” diretto da lui stesso, nomina Jeremiah's Lot, una cittadina del Vermont da dove tutti gli abitanti sarebbero spariti all'improvviso, forse per qualche strana credenza religiosa.
E quest'ultima allusione ci introduce ad un altro argomento. C'è infatti un secondo elemento fondamentale in questo romanzo: i vampiri. La storia racconta infatti una vera e propria epidemia di vampirismo, operata a causa di un paio di “untori” giunti in città, ed è un esempio spettacolare di quello che viene chiamato il gotico Americano. Un omaggio sincero al Dracula di Stoker rivisitato in chiave moderna, ambientato in una località chiusa e rurale, perché, come racconta King:
One night over supper I wondered aloud what would happen if Dracula came back in the twentieth century, to America. 'He'd probably be run over by a Yellow Cab on Park Avenue and killed,' my wife said.
(Traduco a modo mio: una notte dopo cena fantasticavo a voce alta su cosa sarebbe successo se Dracula fosse ritornato nel Ventesimo Secolo, in America. 'Probabilmente sarebbe investito da un taxi giallo in Park Avenue e ucciso', disse mia moglie.)
In Danse Macabre (saggio sul genere horror del 1981) Steve fa una lunga dissertazione sulla genesi di questo romanzo, e l'elemento centrale è proprio l'idea di confrontarsi con l'archetipo del Vampiro, ma al contempo collocarlo in un ambiente estremamente familiare ad un lettore statunitense del '75. Il titolo originario doveva essere Second Coming (seconda venuta, credo proprio in omaggio a Dracula), ma fu sconsigliato per la possibile allusione sessuale di bassa lega, quindi diventò Jerusalem's Lot, e invece questo fu scartato per le possibili implicazioni religiose.
Ma vediamo cosa combinano i vampiri a Salem's Lot.

TRAMA
Ben Mears, scrittore originario di Jerusalem's Lot, vi fa ritorno dopo 25 anni vissuti fuori dalla cittadina. All'arrivo in città incontra Susan Norton, una ragazza appena laureata; i due si piacciono e ben presto nasce una love story. Ben vuole scrivere di Casa Marsten, una vecchia villa malmessa sulla collina appena fuori dal Lot, esorcizzando una brutta avventura vissuta lì da piccolo: questo ci dice già quanto quel posto sia poco raccomandabile, malvagio! Ma Ben non è l'unico personaggio ad arrivare in città: un duo di forestieri ha infatti affittato i locali di un negozio per aprire la loro attività di antiquari, e proprio Casa Marsten per viverci. Il titolare delle attività è il misterioso Kurt Barlow, uomo d'affari di origini austriache, anticipato dal suo portavoce tuttofare Richard Straker, che in effetti cura le tutte le pratiche ed è l'unico dei due incontrato dai cittadini di Salem's Lot.
Poco dopo il loro arrivo in città sparisce il piccolo Ralphie Glick. Non la farò tanto lunga: dopo la sparizione di Ralphie muore di una misteriosa anemia anche il fratello Danny, e a Salem's Lot inizia uno strano contagio.
Noi lettori scaltri apprendiamo poco a poco che vari personaggi sono trasformati in vampiri e ben presto il Lot ne è pieno, la vita quotidiana è sconvolta da questo evento, qualcuno lascia la cittadina.
Ben e Susan vengono affiancati dal dottor Jimmy Cody, dal parroco Padre Callahan e dal ragazzino Mark Petrie per scontrarsi con i vampiri di Salem's Lot, uccidendo i contagiati e cercando l'origine del male: Straker e il Vampiro Leader, Kurt Barlow.
Alcuni dei protagonisti sopravvivono, altri muoiono nell'impresa, ma una cosa è certa: i cattivi perdono, i buoni (a caro prezzo) vincono. In ogni caso, la vittoria è amara, visto che Jesuralem's Lot diventa una località fantasma, e nel finale sembra proprio che questi vampiri di morire veramente non ne vogliano sapere.
UN ULTIMO PENSIERINO King dev'essersi molto affezionato al Lot e ai suoi personaggi, visto che a più riprese è incappato in loro nei suoi lavori successivi.
Come accennato qualche paragrafo fa, nel 1978 esce la raccolta di racconti A volte ritornano, e lì viene pubblicato l'inedito racconto Jerusalem's Lot, già nominato, e un'altra storia breve intitolata Il bicchiere della staffa (One for the road), già pubblicata precedentemente sul numero di Marzo/Aprile 1977 della rivista Maine. Quest'ultimo racconto racconta (ma dai?) una vicenda ambientata un paio d'anno dopo gli eventi di Salem's Lot durante una notte di tempesta (non ti dico tutto perché ho intenzione di parlarne quando farò un post su A volte ritornano).

Padre Callahan, con il nome di Pere Callahan, sarà invece ripreso ed avrà un ruolo centrale in alcuni romanzi della saga La Torre Nera: I lupi del Calla (2003), La Canzone di Susannah (2004), in cui i personaggi del romanzo trovano si fanno raccontare le vicende de Le notti di Salem e incontrano lo stesso King (!!!), e La Torre Nera (2004).
Nel 2005 la Centipede Press fa uscire un'edizione deluxe limitata di Salem's Lot accompagnata dalle fotografie in bianco e nero di Jerry Uelsmann. In questa versione sono inclusi i due racconti pubblicati nel 1978 e una cinquantina di pagine di materiale cancellato dalla pubblicazione originale. Oltre alla carta, la storia di Salem's Lot è finita anche su celluloide, ma te ne parlerò nel mio prossimo post.
Max Pinkle

PS: credevi che ti lasciassi senza dirti che edizione ho io? Questa qua! Col suo pipistrellino d'ordinanza.
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