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002 - carrie - I FILM

  • Immagine del redattore: Max Pinkle
    Max Pinkle
  • 7 gen 2018
  • Tempo di lettura: 16 min

Aggiornamento: 10 gen 2018

Doverosa premessa: per le opere cinematografiche tratte dai lavori di King non seguirò il loro ordine cronologico, ma riporto quelli associati alle opere date alle stampe, man mano che ne scrivo. Per gli scritti invece seguirò proprio l'ordine cronologico. Ci sono comunque alcuni casi di storie nate solo per lo schermo (mi viene in mente ad esempio The sleepwalkers o la serie Kingdom Hospital, o il cortometraggio Lovecraft's Pillow), che saranno trattate per conto loro, cioé in coda a tutto il resto, nel 2057 o giù di lì. Magari sarebbe utile che facessi un post con l'intera lista del materiale kinghiano, ma siccome è meno banale di quanto sembri, non è in programma adesso.

Dunque, arriviamo a bomba al succo del discorso: dopo aver parlato del romanzo Carrie, qui ti racconto le opere per lo schermo, grande e piccolo, tratte da questa storia. Si tratta, ad oggi, di quattro film e un musical, riproposto in più occasioni negli anni. Iniziamo col primo dei quattro film, che è anche il primo in assoluto tratto da un'opera di King. Addirittura nei credits il nome dello scrittore era riportato erroneamente con la dicitura “Steven” King. CARRIE - LO SGUARDO DI SATANA


FILM Titolo originale: Carrie Data di uscita (USA): 3 novembre1976 (anteprima), 16 novembre1976

Data di uscita (Italia): 22 febbraio 1977 Regia: Brian De Palma

Sceneggiatura: Lawrence D. Cohen Company: MGM

Durata: 98 min Formato: 1.85:1

Budget: $1.800.000

Incasso (USA): $33.800.000 Che dire, questo film è Storia, non merita nemmeno troppe presentazioni. Ma te lo presento comunque.

L'offerta che King ricevette per i diritti sul plot fu di ben $2.500! Viene un po' da ridere, pensandoci bene, però dobbiamo sempre ricordarci che in quel periodo si trattava del romanzo d'esordio di uno scrittore emergente (una vera promessa, a sentire i promo al libro della Doubleday, ma pur sempre emergente). Lui per fortuna si accontentò, dando il consenso ad una vera pietra miliare del cinema dell'orrore. In qualche intervista al riguardo, lo stesso Steve non nega i meriti che ebbe la pellicola nel regalare nuovo successo anche al romanzo.

Non riporto tutta la trama, visto che la puoi trovare nel post sul romanzo, ma Brian De Palma ha operato alcune modifiche, a partire dal nome dell'insegnante di ginnastica, che nel film è Miss Collins invece che Miss Desjardin. Dettagli a parte, la maggior parte delle modifiche si trova verso il finale. La prima è la presenza al ballo scolastico di Sue Snell, presentatasi per controllare come sta andando fra Carrie e il fidanzato Tommy; si accorge della presenza del secchio sopra il palco, cerca di intervenire ma viene allontanata dalla palestra dalla stessa Miss Collins, che sospetta sia lei a voler combinare uno scherzo ai danni di Carrie. Poi tutto il finale è leggermente diverso: dopo la distruzione, durante la quale ha anche ucciso Chris e Billly che volevano investirla con l'auto, Carrie arriva a casa e si fa un bagno caldo per lavare via il sangue di maiale (e non) che la ricopre; la madre Margaret, dopo un confronto verbale in cui confessa di essere stata stuprata dal marito e di averla partorita così nel peccato, le pianta un coltello da macellaio in mezzo alle scapole. Carrie capitombola dalle scale, è messa all'angolo e allora decide di uccidere la madre per mezzo di una strana crocifissione allo stipite della porta di cucina, operata facendo volare nella stanza utensili da cucina, coltelli, forbici e oggetti appuntiti. Sopraffatta dai sensi di colpa, Carrie incendia la casa e muore nel successivo crollo dell'edificio. Sue, una delle superstiti alla catastrofe, tempo dopo, porta un mazzo di fiori sul posto dove sorgeva la casa di Carrie White, ma mentre lo appoggia sul terreno, una mano sanguinante salta su e la afferra per il polso! Ho messo anche il punto esclamativo per dare l'idea dell'effetto inaspettato, visto? Sue poi si sveglia nel letto: era solo un incubo e la madre la consola. Titoli di coda...

Per una questione di budget ed effetti speciali, anche la distruzione operata da Carrie nel centro di Chamberlain è molto più ridotta rispetto a quanto scritto nelle pagine del libro.

In questo film il ruolo della protagonista non è certo di facile interpretazione, e la 25enne Sissy Spacek si è rivelata un'ottima scelta per interpretare Carrie. La cosa meno credibile è forse l'aspetto fisico, visto che la stessa Sissy era stata una Reginetta del ballo alla propria scuola superiore, non proprio quanto si immagina per la bruttarella Carrietta White del romanzo. A parte questo l'interpretazione è magistrale. Durante la fase di produzione lei rimase isolata dal resto del cast e della troupe per calarsi nell'emarginazione di Carrie, si presentò al provino coi capelli unti e trascurata, tappezzò il camerino di illustrazioni della Bibbia di Doré. Sissy Spacek non era l'unica attrice presa in considerazione per la parte: si parla anche di Carrie Fisher (che divenne invece la Pincipessa Leia di Guerre Stellari, per la felicità del suo conto corrente), Farrah Fawcett che però rinunciò perché era appena diventata una Charlie's Angel, Linda Blair, che invece rifiutò per evitare di diventare un'attrice troppo associata al genere horror (dopo aver interpretato Regan in L'esorcista) e Amy Irving, che invece si beccò la parte di Sue Snell. Per il resto del cast, l'unica (allora) star era Piper Laurie, che interpretò la madre di Carrie, Margaret. L'attrice non era entusiasta della parte, non capiva che senso avesse quel fanatismo religioso, tanto che alla fine si persuase che si trattasse di una comedy e si calò nella parte con quell'idea in mente (chissà cos'avrà pensato vedendo il film montato). Si impegnò così bene che si inferse alcune ferite verso la fine del film, senza l'uso di makeup. Non era l'unica mossa di “azione spontanea” sul set: sembra infatti che Brian De Palma sussurrasse frasi crudeli e cercasse di ferire nell'animo la povera Amy Irving (Sue Snell) fuori dalle riprese, per far sembrare più reale la sua espressione colpevole, e fece schiaffeggiare una trentina di volte la povera Nancy Allen (Chris Hargensen) durante la scena in cui viene sgridata da Miss Collins.

Un altro attore lanciato dal film fu John Travolta, nella parte del teppista Billy Nolan; Brian De Palma, nel momento di assumerlo, non sapeva che John stesse girando contemporaneamente I ragazzi del sabato sera. Visto oggi devo dire che la sua presenza e l'ambientazione danno proprio l'idea di un Grease deviato.

L'ambientazione di Carrie è molto curiosa. Inizialmente il romanzo di King era ambientato in Massachussets, ma gli editori gli chiesero di cambiare location: non trovavano verosimili dei personaggi che andavano in giro bevendo birra di radice invece che fumando marijuana, quindi serviva un posto più rurale. Detto fatto, King lo spostò nel suo Maine. Nel film invece la storia fu ambientata nel North Carolina, anche se il film fu girato in California, a Santa Paula, Hermosa Beach, Vernon, Culver City, San Ferndando e qualche sobborgo di Los Angeles. La scuola superiore del film si chiama Bates High, un chiaro omaggio a Norman Bates. E non è l'unico riferimento a Psycho, visto che le quattro note che ricorrono in Carrie in vari momenti di tensione sono le stesse del film di Sua Maestà Alfred Hitchcock.

Ci sarebbero un mare di altre informazioni, ma ricercando su internet si trova di tutto e di più, a partire da Imdb, che riporta anche una gustosa serie di errori. Passerò quindi al sequel, con lo stesso entusiasmo con cui mi infilerei una supposta all'ortica. CARRIE 2 – LA FURIA


FILM Titolo originale: The rage – Carrie 2 Data di uscita (USA): 12 marzo1999 Regia: Katt Shea, Robert Mandel

Sceneggiatura: Rafael Moreu Company: United Artists

Durata: 104 min Formato: 1.85:1

Budget: $21.000.000

Incasso: $20.000.000 Per rivedere un riferimento a Carrie sul grande schermo bisogna aspettare un bel po' di anni: 23, per la precisione. Io sinceramente non sentivo la mancanza di un sequel, soprattutto se la storia è così tirata insieme per avere a tutti i costi dei legami col film iniziale (di cui vengono riprese addirittura delle scene pari pari come flashback. Espando la parentesi per un inutile commento: l'unico film in cui ho visto funzionare alla grande l'idea di riprendere scene dal film precedente è Il Padrino 2).

Ecco la storia: Eric va a letto con Lisa. Ma Eric non è un bravo ragazzo, infatti lui e alcuni compagni di football hanno il vizietto di portarsi a letto le ragazze per poi appioppare un punteggio alla loro performance. Lisa parla con l'amica Rachel dandole un rullino di fotografie e confessandole di essere stata con Eric, e un paio di scene dopo si butta dal tetto della scuola, lasciando tutti interdetti. Il gruppetto di amici (Eric, Mark e Jesse) iniziano a tormentare Rachel, che lavora da un fotografo, per avere indietro il rullino, ma lei ormai ha già sviluppato le foto e messo nei guai Eric consegnandolo alla polizia, dove viene accusato per l'atto sessuale con una minorenne e si indaga sulle sue responsabilità nel suicidio della ragazza (umiliazione, ricatto sessuale, eccetera eccetera).

Quella sera il bassotto di Rachel viene investito da un'automobile (!!!), così la povera Rachel si sbraccia in mezzo alla strada finché ferma Jesse, che guarda caso è proprio un amico del perfido Eric e guarda caso passava proprio di lì. Jesse l'accompagna dal veterinario e si rivela meno stronzo di quanto ci aspetteremmo. Per vendicarsi della denuncia di Eric, i terribili amici del football decidono di farla pagare a Rachel spaventandola di notte mentre è a casa sua: le fanno saltare la luce, le telefonano minacciosamente e le rompono alcune finestre. Jesse comunque non è dei loro, spiega a Rachel che non era d'accordo con quelle azioni e litiga coi suoi amici. In pratica, Jesse e Rachel iniziano a piacersi, ma la trama deve complicarsi, e infatti gli ex amici (più la ex di Jesse che non ti ho nemmeno nominato perché utile come le olive nella carbonara) tramano un grande tiro birbone: si propongono pentiti per l'atteggiamento fin qui avuto, e Mark addirittura offre a Jesse di poter pernottare in una baita di sua proprietà con la sua nuova fiamma Rachel, in segno di pace. Qualche giorno dopo la squadra di football gioca e vince una partita, e ne segue un festeggiamento a casa di Mark; sia alla partita, sia al party la nostra amica Rachel è la benvenuta. Ok, quindi tutto a posto, no? No, perché ovviamente i perfidi amici avevano filmato la nuova coppietta mentre si accoppiava amorevolmente in baita, e durante il party, dopo aver allontanato Jesse con l'inganno, mostrano su schermo gigante la ripresa dei due, facendo credere a Rachel di essere stata ingannata, sedotta per gioco per umiliarla di fronte a tutti. Lei quindi si infuria.

Ok, se non ti stai già dormendo a leggere la trama avrai notato che manca qualcosa. Manca l'aggancio a Carrie, vero, detective?

Eccolo qua: l'assistente scolastica della scuola di Rachel è Sue Snell! Sì, la nostra vecchia conoscenza, interpretata addirittura da Amy Irving, cioè la Sue Snell del film di De Palma. Rachel, oltre a fornire il rullino di fotografie alla polizia, aveva parlato della vicenda anche a Sue, durante un incontro “di conforto” in cui Sue riconosce evidenti tratti di telecinesi in Rachel. Sue vuole vederci chiaro, va quindi a trovare la madre di Rachel, chiusa in un istituto psichiatrico, e riesce a farsi dire il segreto: la ragazza è figlia di Ralph White, cioè sorellastra di Carrie!!! Ovviamente qua e là nel film Rachel sposta questo e quello, ma nella scena finale, durante il party, scatena la distruzione che ci aspettiamo giustamente da lei, uccide tutti in maniere variopinte e sta per uccidere anche il povero Jesse, che è incolpevole. Per fortuna l'amore trionfa, Rachel comprende l'innocenza del ragazzo, i due si baciano, poi lei lo spinge via col pensiero per salvarlo dal crollo dell'edificio e crepa male, per non smentire il vizio di famiglia. Ok, Carrie 2 non presenta molte cose interessanti, neanche per un fan di King. E' più che altro una curiosità per completisti. Certamente c'è una certa passione e Emily Bergl (Rachel) è una tosta, non recita male e si è dedicata alla parte anche fisicamente, visto che durante la scena dell'esplosione di una grande finestra (dove non sono stati usati effetti speciali) è rimasta a prendersi una pioggia di vetri nella schiena e nel retro delle braccia; nelle riprese successive infatti è inquadrata in maniera strategica per non mostrare le parti ferite. Il film vuole anche sollevare il tema del cyber-bullismo, riferendosi anche allo scandalo sessuale della Spur Posse del '93, a opera di un gruppo di ragazzi della high school. Infatti, secondo Imdb, è stato dichiarato sequel di Carrie soltanto dopo aver notato le somiglianze con questa storia, ma non nelle intenzioni iniziali della produzione. Quindi, perché starci su altro tempo? Se neanche loro volevano riferirsi a Carrie ho già sprecato fin troppe parole. Torniamo ai film che parlano davvero di lei.

CARRIE


FILM TV Titolo originale: Carrie Data di uscita (Canada, USA): 4 novembre 2002

Data di uscita (Italia): 4 gennaio 2004 Regia: David Carson

Sceneggiatura: Bryan Fuller Company: MGM Television

Durata: 132 min Formato: 1.33:1 Film per la TV girato dalle parti di Vancouver, British Columbia, Canada. Per ogni remake è spontaneo cercare le differenze sia dalla storia originale che dal precedente film di De Palma, ormai diventato un riferimento.

Vediamole: in una scena, una Carrie di quattro-cinque anni vede la vicina di casa che prende il sole in costume da bagno e le fa alcune domande; la madre esce di casa e, scandalizzata, ordina a Carrie di rientrare subito, tacciando la vicina di atteggiamenti peccaminosi (e noi pensiamo Puttana! Puttana! Puttana!), ma la piccola Carrie è così impaurita che scatena una pioggia di pietre su casa White. Questa scena è presente nel libro, è stata girata in tutte le versioni cinematografiche di Carrie, ma per qualche motivo appare soltanto in questa versione per la TV (e nella versione in DVD del successivo film del 2013, di cui di parlo qualche riga più avanti).

In questo film Margaret White, la madre, non nomina il padre di Carrie da nessuna parte, a differenza del plot originale; per contro, muore uccisa da Carrie che le ferma il cuore, come nel romanzo.

Come aggiunta secondo me non necessaria, c'è anche di mezzo un certo detective John Mulcahey che indaga sugli omicidi “telecinetici” di Carrie, intervistando i vari superstiti alla distruzione del ballo e garantendo così la possibilità di avere alcuni flashback qua e là.

La differenza maggiore dalla storia originale sta comunque nel finale, in cui Carrie sopravvive a tutti i disastri e viene aiutata da Sue Snell a scappare in Florida. Questo serviva come espediente per dare modo di far partire da qua una serie TV vera e propria, con questo film di due ore e passa come spin-off. L'idea fu accantonata dopo l'accoglienza non proprio calorosa riservata a questa pellicola da pubblico e critica.

Il cast vede Angela Bettis nella parte di Carrie: si tratta della più “vecchia” attrice in questo ruolo, avendo 28 anni all'epoca in cui fu girato. Nellle scene in cui usa la telecinesi l'attrice doveva tenere gli occhi aperti, e in post-produzione furono tolti digitalmente gli attimi in cui sbatte le palpebre. Lei è brava (come credo chiunque venga chiamato a recitare in un film che non sia una fiction napoletana di quart'ordine), e la sua recitazione è efficace, ma nel complesso è difficile togliersi di dosso il fantasma di Sissy Spacek mentre guardiamo questo Carrie.

Sue Snell è interpretata da Kandyse McClure, l'unica attrice afro-americana e non bianca caucasica ad avere questo ruolo. Niente da reclamare in questo, visto che il film è ambientato in epoca contemporanea e non nel '74, quindi si allontana già di suo dal plot originale; tuttavia mi sembra una forzatura cercare a tutti i costi di dare una svolta multi-etnica a storie che nell'intenzione originale descrivono realtà campagnole, chiuse e di paese, in cui di sicuro una Sue di colore avrebbe avuto mille altre problematiche diverse, da affrontare già nel libro.

(Tediosa parentesi: avrai notato che inizio dicendo “niente da reclamare” e poi faccio seguire mille righe di reclami! Mi hai beccato, ma, visto che il tema è solitamente esplosivo e da maneggiare con cura, non vorrei che pensassi che ci sia di mezzo una questione razziale; sì, lo so che mi sarò già meritato l'etichetta di Razzista, ma il tema è molto diverso: vorrei vedere i film ambientati nell'epoca e nelle modalità in cui la storia è pensata. Vedere i personaggi di Carrie maneggiare smartphone e social network e guidare SUV mi fa venire un po' il nervoso, ma questa è una mia fissa stupida)

In ogni caso Sue ha un ruolo fondamentale nella storia e Kandyse è fantastica.

Altri componenti del cast sono conoscenze note anche in altri film tratti da storie di King: il detective (David Keith) era Andy Mc Gee in Fenomeni Paranormali Incontrollabili, del 1984; Margaret White (Patricia Clarkson) era Melinda ne Il miglio verde (1999); la stessa Kandyse McClure riapparirà nel film Campi insanguinati (2009) uno dei trecentomila sequel di Grano rosso sangue.

Di questa lunga versione di Carrie credo non ci sia molto altro da dire. Come conclusione ti direi che lo apprezzo molto di più di Carrie 2, almeno ha a che fare con la storia originale, con alcune parti di aderenza al romanzo che lo stesso film di DePalma non aveva. Tuttavia, basta parlarne! Passiamo adesso all'ultima versione per il grande schermo di questa povera telecinetica vicenda. LO SGUARDO DI SATANA – CARRIE


FILM Titolo originale: Carrie Data di uscita (USA): 7 ottobre 2013

Data di uscita (Italia): 16 gennaio 2014 Regia: Kimberly Peirce

Sceneggiatura: Lawrence D.Cohen, Roberto Aguirre-Sacasa Company: MGM

Durata: 100 min Formato: 2.35:1

Budget: $30.000.000

Incasso: $85.000.000 Ennesima produzione Metro-Goldwyn-Mayer, il film è stato girato a Toronto, Ontario, Canada (quindi è la seconda versione canadese, dopo quella per la televisione del 2002). Fra i sceneggiatori viene riportato Lawrence D.Cohen, che aveva già lavorato per il Carrie di DePalma, e ciò ci dice molto: questa versione ricalca abbastanza fedelmente quella del '76.

(Tediosa parentesi number two: purtroppo il traduttore italiano ha deciso di aggiungere il fantomatico “sguardo di Satana” anche in questo titolo, stavolta all'inizio. E' una cosa stucchevole, che succede a una valanga di film e che sta cadendo in disuso soltanto nell'ultimo decennio. A quelli tratti dalle opere di King non è andata diversamente, così sappiamo che Christine è “la macchina infernale”, ma che anche The Mangler è “la macchina infernale”, che Misery “non deve morire”, che i Tommyknockers sono “le creature del buio”, eccetera eccetera, tutto ciò indipendentemente da cosa ci offra la trama. King ha avuto questo privilegio anche per alcuni libri, ad esempio “The stand”, che sarebbe “la stasi”, è diventato “L'ombra dello scorpione”, e se nel romanzo qualche ombra c'è, di scorpioni proprio zero!)

Un sicuro punto di forza del film è l'attrice protagonista, cioé la giovane (15 anni) Chloë Grace, che dà una gran prova di talento, secondo il mio modesto parere. Si rifiutò di guardare le versioni precedenti di Carrie per non farsi influenzare nella recitazione, ed è stata a contatto con persone dalla vita difficile che vivono in estrema povertà, per potersi calare nella parte della disadattata. Certo, anche in questo caso Carrie è una bella biondina, per nulla simile a quella descritta nel libro, però in certi momenti la sua recitazione è così malata ed efficace, che non ci accorgiamo troppo di questo.

Portia Doubleday è invece la prima Chris Hargensen mora di tutte le versioni (negli altri film è sempre stata bionda), dettaglio più fedele al libro. In questo film il suo personaggio è molto importante, è una vera bulla, stronza fino al midollo, e preghiamo per tutta la durata del film che la sua morte arrivi impietosa (per la cronaca, non resteremo delusi).

Ennesima versione, ennesimo finale: in questo film Sue arriva a casa di Carrie, per trovarla assieme alla madre appena uccisa. Carrie inizialmente attacca Sue, che ci mette un po' a calmarla e a spiegarle di non aver avuto mai intenzioni negative nei suoi confronti. Alla fine Carrie le crede e la spinge via (col pensiero, ovviamente), salvandola prima che la casa collassi (Carrie invece rimane uccisa nel crollo).

Ah, mi stavo dimenticando: Miss Desjardin si chiama Miss Desjardin (anche nella versione per la TV del 2002), al contrario del film di DePalma in cui si chiama Miss Collins.

Questo film è sicuramente la versione migliore dopo quella del 1976. Certo, è ambientato in un'epoca contemporanea, quindi vedremo anche qui smartphone e social network e quella sensazione di modernità che snatura un po' l'atmosfera del racconto originale, ma tutto ciò è compensato da effetti speciali finalmente all'altezza e da immagini veramente belle.

Un ultimo piccolo appunto, così mi merito anche l'etichetta di Pervertito: il film del '76 è l'unico abbastanza coraggioso da mostrare le ragazze nude nella scena iniziale. So che ti sembrerà un dettaglio ininfluente e che penserai che volevo solo vedere qualche pube in più, ma è più importante di quello che potresti pensare. Significa osare. De Palma si è dimostrato così libero dalla mera mentalità del puro compiacimento del pubblico, che ha deciso, per amore della storia e della verosimiglianza, di scandalizzare tutti nei primi secondi di pellicola, rinunciando fin dall'inizio agli spettatori più sensibili. Gli costò qualche fatica convincere le attrici a mostrarsi completamente nude, e loro si persuasero soltanto dopo aver visto i provini di Sissy Spacek, che invece si calò senza remore nella parte. In nome del pudore e degli incassi, invece, dopo il Duemila troviamo ragazze tatticamente e innaturalmente coperte nel locale delle docce, suggerendo che probabilmente siamo più bacchettoni oggi di quarant'anni fa. Da eterosessuale, direi lo stesso se nella scena ci fossero stati dei maschi: per vedere ragazze nude nel 2018 non è necessario aspettare la scena della doccia in Carrie, credo. Fine degli Argomenti Spinosi.

E fine dei film.

Però non è la fine dei riadattamenti dell'opera. Tralascio la versione audiobook (recitata comunque da Sissy Spacek), e ti racconto di quando Carrie è arrivata a Broadway. CARRIE – THE MUSICAL


MUSICAL Date di produzione:

1988 Stratford Upon Avon

1988 Broadway

2012 Off-Broadway

2013 Seattle

2013 Manila

2015 Los Angeles

2015 London Libretto: Lawrence D.Cohen

Musica: Michael Gore

Testi: Dean Pitchford Lawrence D.Cohen, ancora lui! Lo scrittore della sceneggiatura del film di De Palma, dal 1976 sembra non si sia più tolto di dosso questa storia, infatti ha scritto anche il libretto per quest'opera teatrale. Il primo atto di questo musical fu portato su un palco di Broadway già nell'agosto del 1984, con la promessa di raccogliere fondi sufficienti per finire l'intera opera entro il 1986. Le cose invece andarono per le lunghe e la prima versione completa fu portata sul palco il 13 febbraio del 1988 a Stratford-Upon-Avon, in Inghilterra.

Carrie era interpretata dalla cantante Linzi Hateley, però ci furono problemi fin dall'inizio: ad esempio il microfono non funzionava più dopo la doccia di sangue, lo script veniva ritoccato ogni sera per ovviare ad alcuni inconvenienti, e dopo un incidente più grosso degli altri (la Hateley fu quasi decapitata da un pezzo della scenografia, dice Wikipedia), l'attrice decise di lasciare lo show.

Il musical debuttò a Broadway sempre nel 1988, costò circa 8 milioni di dollari, vide partecipe anche Betty Buckley (la Miss Collins del film di DePalma), ma già dopo la preview del 28 aprile sembra che il pubblico non fosse entusiasta, così come i critici. Nonostante i teatri fossero sold-out, la produzione chiuse lo show già il 15 maggio, dopo sole 5 repliche. Il New York Times lo riportò come uno dei flop più veloci e costosi di Broadway.

Passa una ventina d'anni e arrivano i revival: a partire da un reading nel 2009, poi dall'annuncio della formazione di un cast, si arrivò nel gennaio 2012 con una nuova rappresentazione al Lucille Lortel Theatre, un teatro cosiddetto “off-Broadway” (in ogni caso a Manhattan, sempre a New York). Lo show andò bene e ne fu anche ricavato un album per la Ghostlight Records il 25 settembre del 2012.

Nel 2015 furono prodotte due nuove versioni (ognuna di queste con una regia e un cast diversi), nella Off-West End di Londra e al La Mirada Theater for Performing Arts di Los Angeles. Quest'ultima produzione si meritò 5 nominations agli Ovation Awards.

Devo essere sincero, non sono un intenditore di teatro, né tantomeno di musical e, ovviamente, non ho visto nemmeno uno di questi show, quindi quello che hai appena letto qui è un po' una truffa: un piccolo saccheggio di notizie ricavate da internet (più che altro Wikipedia). Quindi potrei anche smettere di millantare conoscenza e, come diceva Lilly Gruber alla fine del suo telegiornale, io mi fermo qui.

Ci vediamo alla prossima stazione: Salem's Lot. Max Pinkle

PS: l'ho fatto per il libro, lo faccio anche per i film: ecco dove ho buttato i miei euri!

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